Raffinato ricamo ovale del XVIII secolo raffigurante una scena sacra, eseguito con la rara tecnica della broderie à fils collés.
L'opera, di straordinaria finezza esecutiva, è riconducibile per stile, delicatezza e qualità al lavoro della celebre artista e ricamatrice italiana Marianna Elmo (Lecce, 1730 – fine XVIII secolo), attiva nell’ambito delle arti decorative religiose del Sud Italia.
Realizzato con la sofisticata tecnica della broderie à fils collés — ovvero il ricamo a fili incollati — il manufatto si compone di fili di seta policromi, applicati con precisione su un supporto cartonato preparato con uno strato di cera vergine, che dona luminosità e tenuta alla composizione.
Questa tecnica, molto apprezzata nel Settecento per la sua resa pittorica, permetteva di realizzare abiti, paesaggi e architetture con l’eleganza continua e sfumata di un disegno a matita colorata. Gli incarnati, invece, venivano delicatamente dipinti a tempera su ritagli di seta, donando espressività ai volti e alle mani.
Il soggetto raffigura la Vergine Maria che tiene in braccio il Bambino Gesù, il quale stringe un rametto d’ulivo, simbolo di pace e riconciliazione. Ai suoi piedi, un santo inginocchiato in adorazione — probabilmente San Francesco o un altro santo francescano — arricchisce la scena con un tono devozionale intimo e raccolto. L’iconografia richiama modelli tratti da celebri dipinti barocchi di Pietro da Cortona, Carlo Maratta o Murillo, frequentemente reinterpretati nei ricami votivi del tempo.
A completare l’opera, una preziosa cornice ovale dorata, coeva se non addirittura precedente all’opera stessa. La cornice, in legno intagliato con elegante motivo bacellato e appicagnolo originale, conserva intatta la sua patina antica, contribuendo a esaltare la raffinatezza dell’intero insieme.